A Como e in Provincia, dici Toyota e risponderanno “Rivauto”.
Il concessionario ufficiale di Toyota e Lexus è una certezza, non solo per la qualità nell’assistenza e l’affidabilità commerciale, ma anche per un heritage che risale a fine anni Cinquanta. Tre generazioni d’impresa, oggi culminate nel management dei fratelli, Giorgio, Roberta e Stefania, affiancati dal padre Tarcisio. Rivauto non è solo una rete di concessionarie – quattro, dislocate su tutto il territorio provinciale: è un’impresa con una vision chiara. Che da un lato riflette quella di Toyota e Lexus, pionieri di una nuova concezione della mobilità, e dall’altra contempla il territorio e lo human factor.
Tutt’altro che una realtà locale, tuttavia: Rivauto è un’eccellenza all’interno del retail di Toyota e a livello europeo, nominata più volte BRIT (“Best Retailer in Town”, il premio di cui vengono insigniti i migliori dealer del continente).
Quando MEKKO e Rivauto si sono raffrontati hanno delineato una strategia di comunicazione chiara: arrivare dove Toyota Italia – nella sua brillante attività per il mercato nazionale – non può giungere. Ovvero, dietro le quinte di un’impresa e di un team affiatatissimo, di iniziative rivolte alla community, di eventi sportivi, culturali e benefici a cui il cliente partecipa da protagonista. Un’attività di comunicazione organica che procede sui canali social di Meta e Linkedin da fine 2022 (cui si è aggiunto, a inizio 2024, TikTok) e sul blog, atta a generare brand awareness e a consolidare una community digitale arrivata a quasi 10.000 utenti, costruita attorno a un'insegna molto nota e apprezzata sul territorio lariano.
L’approccio alle novità commerciali Toyota è stato invece trattato con un taglio editoriale a parte, nel segno del tailor made: a supporto dell’attività della casa madre, MEKKO ha prodotto contenuti che affiancassero alla comunicazione di prodotto i volti noti dei vari showroom, “testimonial” per un giorno impegnati in pillole di videocontent altamente ingaggianti, pensate per trasformare il feed social della concessionaria in un “gemello virtuale” dei saloni. E ricorrendo, quando necessario, al linguaggio del meme e dei riferimenti alla cultura digitale di massa.
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